Radiestesia
Il Cielo di Nut
La radiestesia:
un'arte o una scienza? In queste pagine vogliamo fare un po' di chiarezza su
questa antica tecnica che anche ai nostri giorni (e forse soprattutto) può
rivelarsi di estrema utilità.
Cercheremo
di distinguerla dalle pratiche cosiddette "magiche", perché a nostro
parere la radiestesia affonda le sue radici in fenomeni reali, decifrabili,
misurabili. E per quanto il dibattito fra radiestesia mentale
e radiestesia fisica sia ancora più che mai aperto, propendiamo per una
visione più fisica che mentale, anche se non neghiamo la "realtà" dei
fenomeni mentali.
Come sempre ci vuole un giusto equilibrio, ed è bene saper integrare i due
metodi.
Personalmente gli studi di
André De Belizal, Leon Chaumery e Jean De La Foye ci hanno affascinato. Può
essere forse che la radiestesia fisica diventerà LA scienza del futuro?Che cosa si intende con radiestesia fisica
e con radiestesia mentale
La radiestesia mentale è quella più universalmente
conosciuta per cui con un pendolo "neutro" (cioè non solo non
specializzato, ma possibilmente privo di polarità) si pongono delle domande,
utilizzando oppure no dei quadranti, cercando di tenere a mente l'obiettivo
della nostra ricerca. In base a riflessi muscolari involontari e inconsapevoli,
costruiti con esercizi precedenti, il pendolo si muove secondo la nostra
convenzione mentale (ad esempio la rotazione oraria può significare SI e quella
antioraria NO, con eventuali sfumature e gradazioni).
L'utilizzo di quadranti tradizionali come la scala Bovis, o creati da noi per il nostro specifico bisogno, permette di quantificare o perfezionare la risposta del pendolo che, muovendosi nella direzione di uno dei valori riportati sul quadrante, sarà in grado di darci una risposta più precisa.
La probabilità di errore può essere elevata, anche se si riscontrano numerosi successi e risposte stupefacenti per la loro esattezza. Il ruolo dell'operatore è fondamentale, e anche il suo stato psicologico nel momento in cui effettua l'analisi, e questo è probabilmente il punto più debole della questione.
L'utilizzo di quadranti tradizionali come la scala Bovis, o creati da noi per il nostro specifico bisogno, permette di quantificare o perfezionare la risposta del pendolo che, muovendosi nella direzione di uno dei valori riportati sul quadrante, sarà in grado di darci una risposta più precisa.
La probabilità di errore può essere elevata, anche se si riscontrano numerosi successi e risposte stupefacenti per la loro esattezza. Il ruolo dell'operatore è fondamentale, e anche il suo stato psicologico nel momento in cui effettua l'analisi, e questo è probabilmente il punto più debole della questione.
La radiestesia fisica parte invece dal presupposto che un'emissione generata da un oggetto, un luogo, una persona, una situazione, sia univoca e invariabile. L'operatore non interviene con un particolare atteggiamento mentale, anzi per lo più deve mantenersi neutro. In questo tipo di analisi il radiestesista deve utilizzare uno strumento in grado di selezionare l'onda ricercata, quindi un rilevatore specializzato. La sua capacità personale, a parte l'addestramento nell'uso dello strumento, assume un ruolo marginale. Entrano in gioco qui le onde di forma, che sono una realtà e non una pura creazione dell'immaginazione.
Che cosa è la radiestesia?
Strettamente parlando il nome radiestesia significa “sensibilità alle emissioni”, assumendo che oggetti e persone siano caratterizzati da una emissione di qualche tipo (presumibilmente elettromagnetica).
Ne parleremo più avanti in modo più approfondito a proposito delle onde di forma. Grazie ad uno strumento, che può essere il pendolino, la bacchetta o il biotensor, il radiestesista pone un quesito, che può spaziare in qualunque campo del noto o dell’ignoto, e ottiene una risposta. La domanda deve essere chiara e concisa e può ottenere soltanto una risposta del tipo SI/NO. Ad esempio “Ci sarà il sole domani a Roma?”.
Ne parleremo più avanti in modo più approfondito a proposito delle onde di forma. Grazie ad uno strumento, che può essere il pendolino, la bacchetta o il biotensor, il radiestesista pone un quesito, che può spaziare in qualunque campo del noto o dell’ignoto, e ottiene una risposta. La domanda deve essere chiara e concisa e può ottenere soltanto una risposta del tipo SI/NO. Ad esempio “Ci sarà il sole domani a Roma?”.
Siamo tutti radiestesisti o bisogna
essere dotati di un dono particolare?
Come in
tutte le cose ci può essere qualcuno più portato di altri verso la pratica
della radiestesia, ma con un allenamento costante tutti possiamo ottenere delle
grandi soddisfazioni (e anche delle sorprese stupefacenti) dal nostro
pendolino.
L’uso
del pendolo è un’estensione del senso del tatto, di cui tutti siamo dotati. L’impulso
al movimento del pendolo deriva dai micro-movimenti dei polpastrelli che
stringono la cordicella di sospensione. Una persona particolarmente allenata
potrebbe teoricamente ottenere degli ottimi risultati anche senza pendolo,
semplicemente osservando e analizzando il movimento quasi impercettibile delle
dita.
Una
volta che abbiamo stabilito razionalmente il nostro codice
movimento/significato è importante “passare” lo stesso codice al nostro
subconscio, che in poco tempo saprà quindi tradurre la percezione in movimento
automatico. Possiamo paragonare questo processo all’imparare a guidare, dove inizialmente
dobbiamo pensare ogni singola azione e dove dopo qualche tempo diventa tutto
facile, veloce e automatico. Ma forse l’esempio più calzante è quello
dell’apprendimento di una nuova lingua: una parola appena imparata dovrà essere
pensata, poi pronunciata, poi acquisita e resa automatica, fino ad essere
fluida e facilmente inclusa in una frase. La difficoltà in più è che qui si
tratta di imparare un linguaggio nuovo con uno strumento nuovo (il pendolo,
ovvero il nostro senso del tatto).
Ecco
perché, come vedremo più avanti, gli esercizi consigliati saranno graduali e si
passerà dal conosciuto (domande di cui si conosce la risposta) allo sconosciuto
(domande di cui non si conosce la risposta che però potrà e dovrà essere
verificata immediatamente) all’ignoto (domande di cui non si può conoscere la
risposta in altro modo). L’ignoto (ovvero il non noto) è quello per cui stiamo
lavorando e sviluppando la nostra capacità e la nostra sensibilità
radiestesica.
Detto
questo è necessario addentrarci più a fondo nelle diverse tipologie di
strumenti che abbiamo a disposizione.